La confraternita di S.Caterina di Alessandria V.M. ha un’esistenza quasi millenaria.
Padre Francesco Maria Giancardi, storico alassino, in seguito alla consultazione degli archivi storici, scrisse che già nel 1092 la Confraternita aveva un proprio statuto. Il nome dei soci incominciò ad essere riportato su un apposito registro.
Inizialmente la Confraternita fu fondata come gilda(1) medioevale per tutelare gli interessi degli uomini di mare, ovvero tutti coloro che traevano dal mare stesso il proprio sostentamento. Si trattava di una sorta di embrionale società di mutuo soccorso che affrattellava un’intera categoria, ne salvaguardava i diritti e devolveva aiuti nel caso di malattie e di infortuni sul lavoro.
Successivamente con l’affermarsi dei movimenti spirituali dei Disciplinanti(2) (sorto in Umbria) e dei Bianchi(3) (sorto in Provenza), l’originale gilda si trasformava in confraternita con proprio statuto.
Il culto di S.Caterina d’Alessandria sembra sia passato dall’oriente all’occidente ad opera dei combattenti della prima crociata che ebbe il suo svolgimento dal 1095 al 1099, terminando con la conquista di Gerusalemme. La confraternita alassina assunse come protettrice la Santa prima di queste date. Probabilmente i marinai alassini, che navigavano nel Mediterraneo e toccavano i porti del vicino Oriente e della Grecia, erano venuti a conoscenza di questa Santa che aveva subito il martirio e il cui corpo esamine era stato trasportato dagli angeli sul Monte Sinai.
La Confraternita, canonicamente e giuridicamente riconosciuta, era retta da precisi regolamenti e statuti. Si ha notizia di quelli approvati nel 1581, si posseggono quelli del 1832, quelli del 1943 e gli ultimi redatti nel 2002. Si conserva pure un fascicolo manoscritto del 1845 contenente ”riflessioni sopra i capitoli della Venerabile Confraternita di S.Caterina”, lavoro certamente condotto da qualche confratello.
La tradizione orale vuole che la primitiva sede della Confraternita sorgesse nei pressi della prima chiesa dedicata a S.Ambrogio, vescovo di Milano, e che la torre, divenuta il campanile della nuova parrocchia, fosse unita alla stessa sede. Lo confermerebbe il fatto che la confraternita godeva di un riconosciuto diritto sul campanile, mentre una delle tre campane era di sua legittima proprietà. Il primitivo oratorio e la chiesetta di S.Ambrogio furono demoliti intorno al 1450 per edificare la nuova chiesa parrocchiale e dopo che questa fu ultimata sorse impostato tra il muro perimetrale del lato a monte e le mura cittadine il nuovo oratorio a pianta rettangolare con la medesima orientazione della parrocchia.
La Confraternita di S.Caterina raggruppava quasi la totalità degli uomini alassini, di ogni ceto e condizione. Per secoli la confraternita ebbe il ruolo di fornire gli uomini che ressero il Comune in qualità di consoli e di sindaci.
Il copioso archivio della confraternita servì tra l’altro a fornire la prova dell’antichità delle famiglie per la documentazione araldica.
I cancellieri della confraternita redigevano atti, rilasciavano sentenze alla stessa stregua di notai e di giudici.
Per antica consuetudine venivano ascritti in qualità di confratelli i vescovi diocesani, l’ultimo fu S.E. Mons. Raffaele De Giuli.
Come tutte le istituzioni la Confraternita ebbe ad attraversare periodi di stabilità e potere, di prestigio ma anche di prostrazione e difficoltà di ogni genere. Con la soppressione da parte di Napoleone Bonaparte delle corporazioni religiose, comprese le confraternite, la nostra riusciva a salvarsi dimostrando la sua origine laica, trasformandosi temporaneamente in società di mutuo soccorso. Assotigliatesi le file degli iscritti la Confraternita languiva.
Negli anni 40 del secolo scorso un gruppo di uomini dettero impulso al rinnovamento di questo antichissimo sodalizio.
Il vescovo Mons. Angelo Cambiaso approvava il nuovo regolamento e affidava con un suo decreto l’amministrazione del Santuario della Madonna deolla Guardia.
Successivamente a causa della mancanza di nuove leve e della progressiva scomparsa di quelle vecchie, la Confraternita si ridusse a poche unità, rischiando di scomparire per sempre.
Per fattiva opera di Mons. Angelo De Canis, a partire dal 1998 un nutrito numero di aderenti si sono impegnati a risollevare le sorti della confraternita.
Note:
- La gilda, termine di origine incerta (forse dal germanico gelten, "valore", o dall'anglosassone gylta, "società religiosa") era una corporazione tipicamente germanica che si sviluppò a cavallo del I millennio. Praticamente definibile come corporazione di arti e mestieri, era una associazione tra tutti coloro che esercitavano una determinata professione. Nella forma originaria la corporazione consisteva di un'associazione fondata su uno spirito di mutua assistenza tra i partecipanti, soprattutto nella difesa degli aderenti ad una comune confessione religiosa.
- Il movimento dei Disciplinanti, o Flagellanti, fondato nel 1260 in Perugia dove un grande moto di devozione popolare non immune da tensioni politiche e desiderio di pacificazione di realtà cittadine, prese campo per opera di un laico, tale Raniero Fasani, datosi alla vita religiosa e penitente.
- Il moto dei Bianchi - venuto in Italia secondo alcune voci dalla Spagna, o dall'Inghiterra, o dalla Francia - fu una risposta di fede alla crisi politica e religiosa allora in atto. In una società dilaniata dalle contese dei grandi e dalle violenze delle fazioni, l'apostolato dei Bianchi fu quello di conseguire pacificazioni. Per ottenerle occorreva un'autentica conversione del cuore.